Il rumore è un killer spietato che ferisce non solo l’udito ma anche il cervello, la mente e l’io nella sua forma più intima e profonda.
Per eccessivo rumore il nostro corpo ne risente in perdita di udito, aumento di irritabilità, insonnia, accelerazione del battito cardiaco e pressione sanguigna, è un dato di fatto. Ma il rumore influenza anche la nostra personalità e il carattere, quando alziamo la voce l’onda di attrito rimbalza su chi ci sta accanto, le relazioni si deteriorano, i pensieri di tutti vanno in corto circuito, le emozioni cominciano a non dare informazioni adeguatamente coerenti. Perdiamo densità, l’io che urla esce da dentro di sé e si sfilaccia, si allunga fuori di noi come un fantasma contorto.
Silenzio.
Un giorno Confucio disse: “Vorrei non parlare”.
Il discepolo obiettò: “Se il Maestro non parla noi che cosa tramanderemo?”
Confucio rispose: “Il Cielo parla forse? Le stagioni seguono il loro corso e tutte vengono alla luce per il suo influsso”.
Il silenzio è lo spazio ove lo spirito apre le ali e l’anima si espande. Il silenzio è la propria casa.
Il silenzio ci consegna tre doni.
Il primo è che ci aiuta a ritrovare noi stessi, a riprendere densità e vibrare di intensità; solo chi tace riesce a sentirsi dentro.
Il secondo dono è che ci sintonizza con il Creato; da un punto di vista fisico possiamo notare i dettagli della natura che ci circonda, l’aria, l’acqua e la luce, da un punto di vista spirituale possiamo comunicare con l’universo e da un punto di vista psichico possiamo provare calma e quiete.
Il terzo dono è l’incontro con il nostro Dio interiore, quella parte di noi che rappresenta il vero senso della nostra esistenza.
Il silenzio non è fatto di vuoto, non è stare muti ruminando pensieri, non è il silenzio per vigliaccheria. Non è neppure un silenzio fatto di pigrizia.
Il vero silenzio è fatto di intelligenza, di ascolto nella contemplazione di ciò che è oltre l’evidenza dell’occhio. Il silenzio è il luogo interiore dove possiamo costruire e creare e se lo proteggiamo lui protegge noi.
