Il canto come mezzo d’investigazione del proprio sé, come mezzo di riscoperta della propria vera natura, della propria energia, della propria Voce.
Da millenni di tradizione, una pratica adatta a tutti e per tutti, che con costanza può portare ad immediati e sensibili benefici a livello mentale, emotivo e fisico. Accordare il proprio sistema mente-corpo come strumento musicale, lasciandosi sintonizzare e risuonare assieme alla Vibrazione di fondo che tutto permea e tutto sottende.
Nella tradizione indiana, come in diverse altre antiche culture, il suono ha da sempre rivestito un ruolo di primaria importanza. Ancor prima della nascita, è la nostra prima Vibrazione percepita dall’interno del grembo materno, ed è la nostra prima forma d’espressione dopo la nascita. Sono molte infatti le culture che fanno risalire l’origine dell’Universo, la Sorgente del Tutto, al Suono, ad una Vibrazione primordiale.
In questa cornice, i mantra sono considerati potenti espressioni in grado di proteggere, evocare, onorare e ringraziare, quali fedeli sostenitori ed accompagnatori di tutti gli stadi e momenti della vita, dalla nascita alla morte, dall’alba al tramonto e nuovamente all’alba.
L’articolazione fonetica dei mantra in sanscrito vedico implica l’utilizzo di tutto l’apparato fonatorio di cui siamo dotati, comprendendo tra gli altri suoni gutturali, palatali, retroflessi, dentali, labiali, nasali, aspirati, portando il praticante ad utilizzare il proprio corpo non diversamente da uno strumento musicale.
Sono proprio questi mantra che, se pronunciati e recitati correttamente e con la giusta intenzione e propensione, vanno a produrre specifiche vibrazioni e frequenze dentro e fuori di noi, con effetti positivi sulle nostre sfere mentali, emozionali e fisiche; esistono mantra che sortiranno effetti energetici, altri estremamente calmanti, taluni collegati ai cakra, altri alle forme di prāṇa, altri ancora agli elementi naturali, al cosmo, all’investigazione interiore, alcuni formati da poche parole, altri da interi testi tratti dalla tradizione vedica.
L’impegno costante nella pratica del Canto Vedico incrementa sensibilmente la capacità di memoria e di ascolto, sviluppa e libera il respiro, sgombera ed alleggerisce la mente dal suo costante ed ossessivo affaccendarsi, facilita ed allena la concentrazione, affinando gradualmente le nostre capacità comunicative ed espressive, aiutandoci a superare blocchi emotivi e riconducendoci verso una condizione di equilibrio, liberandoci dallo stress e lasciandoci con una diffusa sensazione di calma interiore, di pace, di appartenenza; non per ultimo ci introduce e predispone ad una profonda pratica meditativa: in sanscrito la pratica e lo studio del Canto Vedico è definita “adhyāyanaṁ”, “avvicinarsi verso la nostra vera natura, verso ciò che siamo realmente”.
Tramandata oralmente per millenni, quest’antica e preziosissima pratica ha consentito la trasmissione, la memorizzazione e la conservazione di uno dei più vasti patrimoni di conoscenza umana, tanto da venir riconosciuto dall’UNESCO come “patrimonio orale intangibile dell’intera umanità”.
È solo dal secolo scorso, grazie alla lungimiranza di un maestro quale Śrī T Krishnamacharya, che questi insegnamenti non sono più appannaggio della sola casta brahminica ma vengono impartiti anche a donne, stranieri ed a chiunque abbia sincero desiderio di apprendere tale conoscenza millenaria.
il Canto Vedico non ha restrizioni di età, credo, genere o abilità musicali; è un’esperienza olistica aperta a tutti, in grado di donare immediati benefici a chiunque vi si avvicini, a tutti coloro desiderino dedicare un momento di consapevole benessere a sè stessi e a tutti coloro che ci circondano. Un viaggio nella Vibrazione, in quel sonoro Silenzio che tutto sottende.
ORARI
GIOVEDì 18.00/19.30
conduce Simone Tomadini