Pandemia e “stress emozionale”: come gestire la paura?

“L’emozione più antica e forte dell’essere umano è la paura, e il tipo più antico e forte di paura è la paura dell’ignoto”. Così recita una delle più note citazioni di H. Phillips Lovecraft.

Siamo chiamati ad affrontare e gestire una situazione nuova che nessuno di noi avrebbe immaginato come possibile. L’emozione che chiamiamo “paura” tende ad aumentare in proporzione all’importanza delle conseguenze, immaginate o reali, di ciò che l’ha scatenata.

L’incertezza porta con sé uno “stress emozionale” difficile da spiegare.
È venuto a crearsi un contesto in continua evoluzione, nuovo, poco familiare che sfugge alla possibilità di essere controllato.

In questa situazione di continuo cambiamento e di attesa del ristabilirsi della normalità, dobbiamo adattarci ad un nuovo ritmo di vita e a nuove norme di comportamento. Questo ha naturalmente dei risvolti dal punto di vista psicologico: possiamo provare preoccupazione, paura, ansia, angoscia, rabbia, tristezza, noia, spaesamento.

Tutto ciò limita le nostre possibilità di azione e toglie forza e solidità al nostro senso di stabilità. Preferiamo una cattiva notizia in tempi brevi piuttosto che tollerare a lungo l’incertezza tra molteplici scenari.
Stare nel tempo dell’attesa senza poter programmare nulla o quasi può portare a percepire una sorta di nebbia con cui non sappiamo quanto a lungo dovremo convivere.

Come tutelare l’equilibrio tra mente e corpo e garantire il benessere che ne deriva? Otteniamo salute quando, anche dentro un’emergenza, cerchiamo di ascoltarci. Diventa fondamentale lasciare spazio a tutte le emozioni e permetterci di viverle.

Ascoltare sé stessi, le proprie emozioni ,gli stati d’animo , i segnali del corpo ci permette di rispondere ai bisogni e stabilire alcune priorità. Resistere in uno stato di isolamento sociale che non ci appartiene in modo naturale, ci porta ad assere più aggressivi, diffidenti e ci spaventa. Cerchiamo allora di non perdere quella dimensione umana che aiuta la nostra mente a strutturarsi e a crescere. Possiamo farlo anche con i mezzi tecnologici che abbiamo a disposizione; l’incontro con l’altro e con sé stessi è sempre una strada da perseguire. Si tratta di trovare alternative, nuove abitudini che ci aiutino a non perdere di vista i bisogni emotivi e psicologici.

di Chiara Bravo
psicologa e psicoterapeuta

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