Solstizio d’Inverno: un ‘passaggio’ carico di significati antichi e dal sapore ascetico

Alle 15.59 del 21 dicembre 2021 è ufficiale: siamo in inverno. Una giornata, quella del Solstizio, in cui il buio è ‘padrone’, ma dopo la quale le giornate si allungano, lasciando spazio alla luce. Una giornata che peraltro, al di là del pensiero comune, varia, di anno in anno, così come le ore di luce-buio. L’appuntamento con la stagione fredda, porta con sé tradizioni e misticismo. Proprio così, accanto all’aspetto scientifico e astronomico, questo ‘passaggio’ è carico di significati antichi e dal sapore ascetico. In occasione del Solstitium (letteralmente ‘sole fermo’) la nostra stella pare, appunto, fermarsi, dando spazio alle tenebre, per poi riacquisire vitalità.

SIMBOLISMI – Il Solstitium invernale, rappresenta un momento di morte simbolica del profano, che si apre poi alla rinascita, al “risveglio interiore”. Ciò si manifesta nel passaggio dall’oscurità alla luce. Il Sole si ‘riappropria’ della luce abbandonando le tenebre. Come rammenta Julius Evola (filosofo, pittore, poeta, scrittore ed esoterista italiano): «Nel simbolismo primordiale il segno del sole come ‘vita’, ‘luce delle terre’, è anche il segno dell’uomo. E come nel suo corso annuale il sole muore e rinasce, così anche l’uomo ha il suo ‘anno’, muore e risorge. Questo stesso significato fu suggerito, nelle origini, dal solstizio d’inverno, a conferirgli il carattere di un ‘mistero’».

NELL’ANTICA ROMA – Per gli antichi romani i giorni intorno al solstizio invernale (prima e dopo) erano quelli della festa del “Sol invictus”, in cui si celebrava la rinascita. Alcuni teorizzano che questa festa rappresenti l’origine pagana del Natale. In questo stesso periodo, inoltre, sempre nell’antica Roma erano attesi i Saturnali: feste fatte di banchetti e sacrifici e dedicate al dio dell’agricoltura Saturno.

PER I CELTI – Il solstizio d’inverno per le popolazioni celtiche e germaniche, invece, si celebrava con la festa di Yule: davanti al fuoco si banchettava mangiando carne. È in questo contesto che si inizia ad utilizzare i sempre verdi, come simbolo di persistenza agli ostacoli (l’inverno e il freddo). Simbolo che pare essere giunto fino a noi attraverso l’utilizzo dei sempreverdi come simboli del Natale.

LA PIANTA DEL SOLSTIZIO – Simbolo della vita (le sue bacche trasparenti e bianche vengono simbolicamente associate allo sperma maschile) il vischio è considerato la pianta sacra del Solstizio d’Inverno. Era già sacra ai druidi, che la consideravano emanazione divina, figlia del fulmine. I significati che gli si associazione sono sempre duplici: da un lato l’eternità, ma dall’altro, nel contempo, l’istantaneità; la rigenerazione ma anche l’immortalità. Non è dunque un caso se proprio nel periodo del Natale baciarsi sotto il vischio è un gesto associato alla fortuna.

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